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.Nonvolendo perdere tutti i frutti della sua carità e delle sueintenzioni, si mise a sedere a fianco della povera dispe-rata e con un tono tra l offeso e il sostenuto cominciò adire:  Ma che bambina! ho detto così per& Che diami-ne! capisco che ho torto.Metta che abbia voluto confes-sarle un peccato, ecco.Andiamo, asciughi questi occhio-ni, mi dia la manina e mi assolva.Che cosa c è dapiangere? lei è in casa di un gentiluomo e conosco trop-po bene gli obblighi di ospitalità per& Che diavolo! Là,via, non mi dia questo rimorso d averla fatta piangerecosì.E che lagrimoni! Discorriamo dei nostri affari.Checosa si diceva? ah, della causa e dell avvocato.L ho vistoe mi ha detto che oramai non c è più nulla a sperare.Èuna barca scassinata che fa acqua da tutte le parti&.Per spiegare come un uomo avveduto cadesse così subi-Letteratura italiana Einaudi 174 Giovanni Della Casa  Il Galateo overo De costumito in contraddizione con ciò che aveva detto cinque mi-nuti prima, bisognava immaginare che il cavaliere parla-va, sì, colla bocca, ma il pensiero correva dietro a un al-tro ordine di idee, di meraviglia in meraviglia.Quelpiangere sfrenato, quell atto di ribellione quasi matrona-le in una donna abbastanza sciocchina, nota lippis ettonsoribus2 (anche la frase latina veniva a cacciarsi inmezzo), in una donna che nella bella Pardina  una ve-spa, in lega col diavolo  aveva una così grande confi-denza: che accettava con tanta semplicità delle elemosi-ne e veniva in persona a pagare i debiti della suagratitudine, tutto ciò era un fatto così strano e inesplica-bile anche per una testa lucida e pratica, che il povero si-gnore cadde di confusione in confusione.Non restavache di toccare un altro tasto, quello della prosa, e nonperdette tempo.Lì accanto c era uno stipetto con qual-che inezia elegante, e vi mise subito la mano.Beatrice,passato il primo impeto, capì di essere caduta in un tra-nello, e credette di vedere in questo gioco la mano diPalmira.Le parole del cavaliere, togliendole l ultima il-lusione, l irritarono e le diedero la forza di reagire.Manell alzarsi, nel ritrarre il braccio a sé vide risplendereun non so che, un oggetto d oro, un braccialetto& Ungran buio invase gli occhi suoi, un gran tremito in tuttoil corpo le fece temere di venir meno, di stramazzare interra.Si appoggiò colla mano alla sponda di una poltro-na, abbassò il capo avvilita, incapace fin di piangere, findi muovere le labbra a un suono di protesta.Una voltafece il tentativo di togliersi dal polso quel segno,quell anello massiccio; non poté.Non ci vide abbastan-za, non ebbe la forza di far scattare la molla.Il suo pro-tettore pregò, supplicò, perché non gli facesse il torto dirifiutare un segno innocente della sua amicizia.Non sisarebbe parlato più di queste cose.Non gli rifiutassequesta consolazione: non gli volesse male: gli concedes-se il piacere di esserle utile.Per lui era un bisogno delLetteratura italiana Einaudi 175 Giovanni Della Casa  Il Galateo overo De costumicuore.Nominò ancora l avvocato, il deputato, il suobuon amico di Novara, mentre l accompagnava docil-mente verso l uscio: cercò di ridere e di farla ridere&Beatrice disse una volta di sì, senza capir bene a che co-sa diceva di sì.Di tutte le belle parole del suo benefatto-re non afferrò che un rumore sordo, e non vedeva l orache l uscio si aprisse.Aveva bisogno d aria, si sentivasoffocare& Il cavaliere la tenne ancora un momentinoprigioniera sulla scala, picchiò ancora una volta sullabella manina& Finalmente la povera donna si trovò inistrada nella piena luce del sole, come se fosse volatadalle scale.L istinto più che la volontà la condusse sullavia di casa sua; ma fece forse cento passi senza vedereinnanzi a sé che un bagliore, senza sentire che un granfrastuono di un grosso fiume che passa.Era possibile? eil suo povero Cesarino non veniva a difenderla? Che tra-dimento, che bassa insidia, che vergogna!.Come torna-re davanti a suoi figliuoli, davanti alla sua Arabella? perchi l avevano presa? che opinione aveva la gente di lei?quando aveva lei autorizzato la gente a giudicarla così?O era una vendetta, una stupida congiura di Palmira chevoleva abbassarla al suo livello? E i denari presi peramor di suo padre come poteva ora restituirli? a chi ri-correre adesso? in chi fidarsi? Come raccontare questecose a Demetrio? E, inseguita da questi fantasmi, andòdi via in via senza veder nessuno, finché, sentendosi ve-nir meno, si rifugiò nella chiesa di Sant Alessandro,cercò un angolo oscuro presso una cappella, vi s ingi-nocchiò, quasi cadde sul marmo freddo dei gradini, eraggomitolandosi in sé stessa, nascose la sua vergogna eil suo cocente dolore.Letteratura italiana Einaudi 176 Giovanni Della Casa  Il Galateo overo De costumiVIILetteratura italiana Einaudi 177 Giovanni Della Casa  Il Galateo overo De costumiOltre alle novità che Demetrio osservava in sé stesso(vale a dire una continua distrazione e quasi sospensionedi volontà), c era qualche cosa anche fuori di lui, chenon cessava di risvegliare la sua meraviglia [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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